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Lettera Amarelli/italiano contemporaneo

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italiano antico

Ugo dei Pagani 1469 2016 Daniele Fisichella lettere letteratura Lettera Amarelli (traduzione) Intestazione

Ugo dei Pagani - Lettera Amarelli (traduzione) (1469)
Traduzione dall'italiano antico di Daniele Fisichella (2016)
italiano contemporaneo

Magnificentissimo signor mio zio, e padre devotissimo.

Dopo che io ed Alessandro, vostro figlio e mio cordialissimo fratello, giungemmo qua a Gerusalemme con gli altri gentiluomini nostri compagni, tra dieci ch'eravamo, io ed Alessandro fummo scelti affinché andassimo a baciar la mano e far riverenza a sua maestà il re Baldovino, condolendoci della morte di suo fratello il signor duca Goffredo.
Avendogli spiegato la nostra ferma decisione di vigilare e proteggere tutti quei passi per dove i fedeli cristiani, diretti al Santo Sepolcro, sono sempre molestati da assassini infedeli - da gentiluomini d'onore, per l'amore di nostro signore Gesù, promettemmo di difenderli anche a costo della vita - e tanto più che molti altri dei nostri concorrono a suddetta difesa, fummo da sua maestà assai lodati, e congedati con abbracci, come veri figlioli.
Di conseguenza siamo quasi ogni giorno a crudele battaglia con i nemici della Santa Fede, ed Alessandro, caduto in un agguato con due suoi servitori e venticinque soldati, si trovò così intricato che, usando il suo valore da animoso gentiluomo contro cento infedeli assassini di passo, ottenne la vittoria di tutti, facendoli passare a fil di spada, ma dei nostri morirono i suoi due servitori e cinque soldati, ed Alessandro fu ferito in testa malamente, cosicché oggi è passato da questa vita, con mio infinito scontento. Però, considerando che se n'è andato in Paradiso, resto assai consolato; è stato pianto da tutti per il suo valore, specialmente da sua maestà il re Baldovino; è stato sepolto in una tomba di marmo, accompagnato con grande onore dal re e da infiniti gentiluomini e soldati.
In punto di morte mi raccomandò di scrivere a vostra signoria di accettare la volontà di Dio benedetto; però, signor zio, la prego di avere pazienza, e stia sicurissimo che l'abbiamo in Cielo, dove prega per tutti noi. Ho scritto a mio padre a Nocera di farmi il piacere di venire a Rossano per consolare vostra signoria, madama zia Ippolita e tutti i nostri parenti; che tutti stiano allegramente, che Alessandro è vivo in Paradiso. Frattanto che mio padre non verrà, le mando questa mia lettera affinché vostra signoria, vostra moglie madama zia Ippolita, il signor fratello mio carissimo Anzoise e tutti i parenti preghino Dio per me, che se avrò vita verrò a starmene a Rossano per l'amore che porto a tutti.
Sono rimasti in mio possesso tre suoi vestiti, più un altro scarlatto guarnito d'oro e velluto, le armi ed un bellissimo cavallo, che comprò per centodieci scudi; sono rimasti in mio possesso anche ottocentoquaranta scudi d'oro contanti che si cambiò da Roma; a tempo debito, spero di soddisfare ogni cosa; intanto me ne servirò, poi mio padre, quando verrà a Rossano, porterà tutto il denaro, perché cosi gli ho scritto di soddisfare.
Mi raccomandò inoltre che vostra signoria non mancasse di consolare i parenti dei suoi servitori, perché l'hanno servito fedelmente fino alla morte, e che, per amor suo, vostra signoria non mancasse di aiutarli, specialmente i loro genitori, se saranno vivi.
Non altro; nostro signore ci liberi da ogni male.

Da Gerusalemme, 18 ottobre 1103.
Di vostra signoria figlio e nipote ubbidientissimo, Ugo dei Pagani.


(a tergo)

Al magnificentissimo signor Leonardo degli Amarelli, mio zio e padre devotissimo, a Rossano.

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