Lettere (Andreini)/Lettera LX

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LX. De i Pensieri.

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De i Pensieri.


S’
EGLI è vero, che i Cieli stieno in continuo moto, che l’aria sia sempre incostante, che ’l Mare non habbia fermezza, che la Terra vada con le stagioni mutandosi, che la Natura sempre varij, e che per le sue tante varietà sia chiamata bella. S’egli è vero, che le anime nostre cercando ogni hor d’imparare amino la novità, e s’egli è vero, che i corpi nostri stessi, col variar dell’anno, vadano parimente variando, ond’avviene (misero me) che mutandom’io con le stagioni, & essendo sforzato ancora da dura necessità à mutar luogo, e terra, io non possa mai mutarmi di pensiero? anzi in ogni tempo, e ’n ogni luogo io penso di voi, nè mai si muta il cuor mio nell’amor vostro? nè mai guarisce delle sue amorose

[p. 59v modifica]ferite? ond’avviene, che ogni cosa, mi dispiace, e m’offende lungi da voi? Ohime, che questo per altro non m’avviene, che perch’io al Mondo son solo nell’amar costante, e perche ’l mutar pensiero in amore è contro la natura mia. Io v’amo ò solo oggetto de’ miei pensieri, e quanto più m’allontano, tanto più languisco, e non trovo altro conforto à miei dolori, che ’l lamentarmi della sforzata lontananza, e ’l piager i miei gravi martiri, e ’n qualunque parte io volgo questi occhi molli di pianto, non sò veder altro, che ’l vostro amato volto, ilquale mi fà dolci le lagrime, soavi i sospiri, e dilettevoli le pene. S’alcuna volta io guardo l’altezza de’ monti, che sono in queste contrade, subito corro, con la mente all’altezza de’ vostri meriti, alla sublimità de’ miei pensieri, & à quelle contentezze, che Amore, e la mia perseveranza mi promettono. S’io sento impetuosi venti per l’aria, subito penso à i continui sospiri, che per voi, cuor mio, m’escon del petto. Quand’io veggo cader l’acque da questi sassi, penso, che gli occhi miei distilleranno, anzi sgorgheranno sempre lagrime, sin tanto, che non mi sia da benigna fortuna conceduto, di potervi rivedere, così quant’io veggo, mi fà pensar di voi, e per voi; ma sicome à voi son volti mille, e mille miei pensieri, così vi prego, che ’n ricompensa di tanto affetto, vi piaccia di volger à me un solo de’ vostri, che, se di tanto favore, vostra benignità mi sarà cortese, viverò più che mai contento ne’ miei amorosi travagli.