Lettere (Machiavelli)/Lettera IX a Francesco Vettori

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Lettera a Francesco Vettori

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Lettera a Francesco Vettori
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Magnifico oratori florentino Francisco Vectori apud Summum Pontificem.

Magnifico oratore. Perché io so quanto voi amate Donato nostro del Corno, et anche lui lo sa, ci siamo risoluti insieme con sicurtà darvi un poco di briga, per vedere se per il mezzo del signor Juliano si potesse satisfarli in questa imborsatione che si ha a fare dello squittinio. Voi sapete con quanto favore Donato fu habilitato dal detto signor Juliano ad quello li bisognava ad potere ire ad partito, il che fu quodammodo con ammiratione di ciascuno; il che conviene nascessi da grande affectione che Juliano li porta, o da gran merito; e circa questo merito io ne so qualcosa, il quale è suto di sorte, che si può con più sicurtà et per voi et per ciascuno ricordare la causa di Donato a sua S.ria. Et perché e' non si è fatto nulla, se non si ordina che sia imborsato et poi veduto, ci pare per hora, sendo li accoppiatori in su lo imborsare, di ricercare che Donato sia imborsato. Et però Donato scrive l'alligata ad sua S.ria et ricordali semplicemente il senso suo, rimettendosi a voi a bocca: sì che noi vi preghiamo siate contento dare a sua S.ria di vostra mano l'alligata letera, et dipoi ricercarli che scriva et commetta ad uno o dua accoppiatori, che imborsino Donato a' primi. Io diceva dua ad ciò che s'intendessi più ferma la sua volontà; ma in qualunque modo li scriva, conviene che la lettera sia espressa comandatoria ch'e' voglia così, perché sapete gente schizzinosa che ci è: et se la non è calda noi ce n'anderemo in repliche, et Donato rimarrebbe in vergogna et danno. Et perché Donato confida in M. Francesco Pepi, potrete ordinare che uno de' dua a chi la scrive sia messer Francesco: et la lettera manderete a Donato, ad ciò che lui la usi a più suo vantaggio.

Se io non sapessi quanto voi siete ofizioso et affectionato con gli amici, io durerei fatica in pregarvi; et così farebbe Donato. Bastivi che lui dice riconoscere in maggior parte questo benefitio da voi. Sono a li vostri comandi.

Addì 25 d'Agosto 1513.

Vostro Nicolò Machiavegli in Firenze.