Lettere al padre/1623/3
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In Villa
13 agosto 1623
Molto Illustre Signor Padre.
La sua amorevolissima lettera è stata cagione che io a pieno ho conosciuta la mia poca accortezza, stimando io che così subito dovessi V. S. scrivere a una tal persona, o per dir meglio al più sublime signore di tutto il mondo. Ringraziola adunque dell’avvertimento, e mi rendo certa che, mediante l’affezione che mi porta, compatisca alla mia grandissima ignoranza e a tanti altri difetti che in me si ritrovano. Così mi foss’egli concesso il poter di tutti essere da lei ripresa e avvertita, come io lo desidero e mi sarebbe grato, sapendo che avrei qualche poco di sapere e qualche virtù che non ho.
Ma poiché, mediante la sua continua indisposizione, ci è vietato infino il poterla qualche volta rivedere, è necessario che pazientemente ci rimettiamo nella volontà di Dio, il quale permette ogni cosa per nostro bene.
Io metto da parte e serbo tutte le lettere che giornalmente mi scrive V. S., e quando non mi ritrovo occupata, con mio grandissimo gusto le rileggo più volte, sì che lascio pensare a lei se anco volentieri leggerò quelle che gli sono scritte da persone tanto virtuose e a lei affezionate.
Per non la infastidire di troppo, farò fine, salutandola affettuosamente insieme con Suor Arcan-gela e l’altre di camera, e Suor Diamante ancora.
figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.