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Lettere per lo più premesse ad opere dall'autore pubblicate/A Francesco Reina

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A Francesco Reina

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Lettere per lo più premesse ad opere dall'autore pubblicate Al marchese Gio. Giacomo Trivulzio

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lettera

all'avvocato

francesco reina


Indirizzandogli le Novelle di Misser Anton Francesco Doni, pubblicate l'anno 1815.

voi, o egregio Signore, farete certamente buon viso a questa Opericciuola, la quale con allegra fronte vi si presenta siccome pegno di un’amicizia che mise un di mille legami intorno al mio cuore. Corre già il quarto anno da che io vivo lontano dalla vostra Milano, e dalla squisitissima libreria che voi possedete, e che mi era costi sorgente di assai piacevoli di svagamenti. Le cure pubbliche, ed i privati fastidj mi hanno oggidì fatto rinunziare alla polvere onorata delle Biblioteche, dalla quale però non posso essere si alieno da non cogliere di buon grado le occasioni d'insozzarmene tuttavia alcuna volta; e voi ne avete una prova nella pubblicazione a cui ora mi presto di queste xl Novelle. Furono esse dal bizzarro e giocondo umore del Doni scritte, e poste tra le sue Lettere nelle sue Librerie, nella sua Zucca, ne' suoi Marmi, ne' suoi Mondi, nella [p. 340 modifica]sua Moral Filosofia, ne’ suoi Pistolotti d'Amore, e nel suo tenebroso Comento al Burchiello. A me piacque di trarle da tutti questi libri (che oramai pochi si prendono cura di scartabellare), immaginando che possano riuscire gradite, sì perché si troveranno per la prima volta a buona forma diligentemente ridotte, sì perché, quantunque tirate giù alla carlona, non mancano tuttavia di quel brio, di que’ sali, di quella naturalezza che tanto piacciono in lavori di questa fatta. E il conte Borromeo, e il chiarissimo Poggiali avevano già posto il Doni nella schiera dei Novellatori Italiani, ma non poco era da aggiugnersi alle notizie da essi raccolte; e voi, maestro della Bibliografia, ve ne accorgerete di leggieri dal Catalogo che metto in fronte al mio Libro, e che prosontuosetto pretende di meritarsi una qualche vostra approvazione. Contento di questa, e di quella pure che io non dispero ottenere da un piccolo numero di distinti soggetti, fra le cui mani soltanto passerà questa operetta (la quale contenendo alcuni tratti poco castigati, volli impressa in iscarsissimo numero di esemplari), mi raccomando alla continuazione della vostra benevolenza, e ai vostri desideratissimi comandi tutto mi offero.