Libro piccolo di meraviglie/8

Da Wikisource.
8. I miracoli di Santo Tommaso Apostolo

../7 ../9 IncludiIntestazione 19 giugno 2008 75% romanzi

7 9


Partimoci la quarta giornata, e giugnemo in una provincia, la quale è quella di Surga; e giugnemo due dì inanzi a Santo Tomaso. Ora vi si conterà e’ miracoli di questo grorioso Santo Tomaso apostolo.

Elli istà in una isola, ch’è presso a terra a due miglia, e ogn’anno la vilia di questo santo apostolo a ora di vespro si seca il mare, e fa uno andito da terra all’isola; e ’l dì del santo a ora di vespro ricresce come si sta tutto l’anno. E questo fu il primo miracolo che noi vedemo.

E sapiate che ’l detto santo istà in una capella molto divota; e nella capella è uno tabernacolo molto divoto e bello, e fa molti miracoli. E quando uno cristiano andassi per vedere questo grorioso santo il dì della sua festa, e trovasse il tabernacolo serato dica tre volte: "Credo in Geso Cristo figliuolo di Dio", e faciasi il segno della santa croce. E di subito per divina potenza lo vedrà aprire; e vadavi uno giudeo o altro infedele, essendo aperto il tabernacolo, si serra. E noi vedemo aprire detto tabernacolo, e vedemo questo santo corpo sedere in una magna sedia: el quale corpo è tutto seco, eccetto le due dita della mano destra, le quale e’ misse nella piaga del nostro Signore Gieso Cristo; e quelle sono vive e sanza macula alcuna. El detto corpo mostrava d’essere giovane, e era vestito de’ panni ch’elli portava al tenpo di Cristo; e odorava il detto corpo che pareva di moscado.

Noi istemo nella detta isola insino al dì di Natale, e nella detta capella si fece dire una solenne messa; e ’l detto corpo fu posto con gran solenità in capo dello altare. Cantata la messa, il prete consagrò molte ostie, per comunicare giente; e ’l detto prete pigliava l’ostia a una a una, e mettevale fra·lle due dita di Santo Tomaso, quelle che misse nella piaga di Geso Cristo; e la giente ordinatamente andava con divozione a pigliare il santo Corpo di Cristo. E quando v’andava uno degno di comunione, Santo Tomaso apriva le dita; e none essendo degno, le strigneva, e nollo comunicava.

E istemo in questa isola tre mesi; e in questo tempo si morì el Presto Giovanni, e com’io dissi di sopra, si rifà pel mezo di Santo Tomaso. E pare cosa incredibile che uno corpo morto abia a mettere in degnità uno corpo vivo. E di sopra vi dissi come questi sono della stirpe di Davitte, e che uno di loro deba essere Presto Giovanni. Sapiate che come el Prete Giovanni muore, i sopradetti dodici vuomini, detti di sopra, si mettono a fare penitenza ognuno di per sé, e il simile farebono e’ figliuoli, sed egli n’avessi. E quando costoro ànno fatta penitenza, s’acozano insieme, e vengono a loro piedi verso la detta isola insino alla riva del mare, e tolgono una barca, e fanno d’avere una ghirlanda di fiori, e portalla co.lloro. E, quando sono giunti alla capella del grorioso santo con grandissima procissione, traggono lo suo corpo fuori, e pongollo in capo all’altare, e fanno cantare una solenne messa, e la detta ghirlanda mettono fra.lle due dita di Santo Tomaso; e a uno a uno di coloro, che fatto ànno penitenza, divotamente s’inginochiano a piè del santo. E quando vi si pone quello che n’è più degno, ciò è di più santa vita, allora il santo lascia cadere la ghirlanda sopra il suo capo; e per questo modo si fa il Prete Giovanni, che senpre conviene che sia uno diritto e buono signore. Quelli che noi vedemo furono tredici, ché in tra.lloro vi fu il figliuolo del Presto Giovanni; e vedemoli andare sotto la ghirlanda; e quando e’ passò il nono, la ghirlanda gli cadde in capo. Costui era santissimo e divoto vuomo, e avea nome Andrea, d’età d’anni quaranta. E così per mezo di Santo Tomaso fu fatto Presto Giovanni.

E venendo el dì della Pasqua di Resuresso, molta gente venne nell’isola per udire la predica di Santo Tomaso, perché ogn’anno in detto dì predica dodici parole, e non più. E disse che lui non credeva che Cristo, che era figliuolo di Dio, potesse morire; e per esserne certo, volle mettere le dita nella piaga di Cristo. E mostra le dita, e fa con esse benedizione al popolo, e, data la benedizione, torna poi nel suo luogo.