Lirica (Ariosto)/Appendice prima - Liriche dubbie/Sonetti varii/V. - Amor, mostro crudel, quanto male...
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V. - Amor, mostro crudel, quanto male...
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V
«Amor, mostro crudel, quanto male puoi fare!».
Spenta è d’Amor la face, il dardo è rotto
e l’arco e la faretra e ogni sua possa,
poiché ha Morte crudel la pianta scossa
alla cui ombra, cheta, io dormia sotto.
Deh, perché non poss’io la breve fossa
seco entrar, dove hallo il destin condotto,
colui che a pena cinque giorni ed otto
Amor legò pria de la gran percossa?
Vorrei, col foco mio, quel freddo ghiaccio
intepidire, e rimpastar col pianto
la polve e ravvivarla a nuova vita;
e vorrei, poscia, baldanzosa e ardita,
mostrarlo a lui che ruppe il caro laccio,
e dirgli: — Amor, mostro crudel, può tanto! —