Lirica (Ariosto)/Canzoni/III. - Pur disperando di vincere la...

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III. - Pur disperando di vincere la...

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III. - Pur disperando di vincere la...
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III

Pur disperando di vincere la indifferenza, anzi la crudeltá della sua donna, non può non amarla.

     Dopo mio lungo amor, mia lunga fede,
e lacrime e suspiri ed ore tetre,
deh! sará mai che da Madonna impetre
al mio real servir qualche mercede?
5Ella vede ch’io moro e che nol vede
finge, come disposta alla mia morte.
Ahi dolorosa sorte,
che di sua perfezion cosa sí bella
manchi, per essere di pietá ribella!


     10Lasso! ch’io sento ben che in que’ dolci ami,
ove all’esca fui preso, o mia nimica,
è l’amaro mio fin. Né perché ’l dica
mi giova, perché Amor vuol pur ch’io v’ami,
e ch’io tema e ch’io speri e ’l mio mal brami,
15e ch’io corra al bel lampo che mi strugge,
e segua chi mi fugge
libera e sciolta e d’ogni noia scarca,
con esta vita stanca e di guai carca.


     Né mi pento d’amar, né pentir posso,
20quantunque vada la mia carne in polve,
sí dolce è quel venen nel qual m’involve
Amor, che dentro ho giá da ciascun osso,
e d’ogni mio valor cosí mi ha scosso,

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che tutto in preda son del gran disio,
25che nacque il giorno ch’io
mirai l’alta beltá, ch’a poco a poco
m’ha consumato in amoroso foco.


     Se mai fu, Canzon mia, donna crudele
al suo servo fedele,
30tu puoi dir che l’è quella, e non t’inganni
che viva, acciò ch’io mora de’ miei anni.