Massime di perfezione cristiana/Lezione IV

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Lezione IV

SULLA TERZA MASSIMA, CHE È:

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1. Essendo Gesù Cristo quegli che ha la potesta su tutte le ose tanto in cielo come in terra, e che si è meritato di diventar Signore assoluto di tutti gli uomini, Egli solo è altresì quegli che regola, con sapienza, potenza, e bontà inenarrabile, gli avvenimenti tutti secondo il suo divino beneplacito, a maggior bene de’ suoi eleti che formano la sua diletta sposa, la Chiesa.

2. Dee dunque il Cristiano godere una perfetta tranquillità, e conservare un gaudio pieno, riposando interamente nel suo Signore, per quanto gli avvenimenti paressero contrari al bene della Chiesa stassa; senza rimanersi tuttavia dal genere e dal supplicare, che avvenga la sua volontà così in cielo come in terra, cioè che gli uomini pratichino in sulla terra la sua santa legge di carità siccome i Santi in cielo.

3. Il Cristiano adunque dee bandire dal suo cuore l’inquietudine, e ogni specie di ansietà e di sollecitudine, ed anche quella che talora pare avere a scopo il solo bene della Chiesa di Gesù Cristo; e moplto meno egli dee lusingarsi temerariamente di poter mettere riparo a que’ mali, prima che veda di ciò menifesta la volontà del Signore. Egli dee aver presente, che Gesù Cristo solo è il governatore della sua Chiesa; e che non havvi cosa più a lui disdicevole, e più indegna del suo discepolo, che la temerità di coloro, che dominati da cecità di mente e da occulto orgoglio, senza esser da Lui a ciò chiamati e mossi, presumono di fare spontaneamente alcun bene, per minimo ch’egli sia, nella Chiesa: quasiché il divin Redentore avesse alcun bisogno della miserabile loro cooperazione, o di quella di qualunque siasi uomo. Nessuno è necessario al divin Redentore per la glorificazione della sua Chiesa, la quale consiste nella redenzione dalla schiavitù del peccato, in cui sono tutti egualmente gli uomini; e solamente per la sua gratuita misericordia, Egli assume quelli fra i redenti, che a Lui piace a tale onore elevare, giovandosi di solito di ciò che è più infermo, e più spregevole agli occhi del mondo, per le opere più grandi.

4. Concludendo adunque, e riassumendo tutto ciò che abbiamo detto sul fine che il Cristiano dee prefiggersi e aver sempre presente in tutte le sue azioni, noi abbiamo veduto che questo fine dee essere: I - la giustizia o santità, nel che consiste la gloria divina; II - la Chiesa di Gesù Cristo, come il nodo da Dio stabilito a conseguir quella gloria; III - la chiamata di Gesù Cristo, come di quello che governa la Chiesa a suo beneplacito nella sapienza, acciocché essa apporti a Dio la massima gloria.

Annotazione

Purificate in tal maniera le intenzioni, e propostosi unicamente il fine sopra dichiarato a cui rivolgere tutte le azioni della sua vita, il seguace di Gesù Cristo dee altresí conoscere e stabilire i mezzi co’ quali egli possa ottenere lo scopo desiderato; e questi li troverà dirigendo la sua condotta secondo le tre massime delle quali si tratta nelle lezioni seguenti.