Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono/Capitolo VIII/Martinis (de) Silvio

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Capitolo VIII - Martinis (de) Silvio

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MARTINIS (DE) SILVIO.

Di Tommaso de Martinis e Colomba Pompei nacque Silvio il dì 9 novembre del 1731. Attese ne’ primi suoi anni allo studio delle lettere, dopo di che fu dal padre avviato alla pittura in maiolica, nella quale valeva più che mezzanamente. Sotto la guida paterna, aiutato dal suo felice ingegno giunse ad intendere il fine dell’arte: sicchè giovane ancora fu chiamato in Napoli a dipingere nella Real fabbrica di porcellana. Mentre colà dimorava, il trasse vaghezza di vieppiù istruirsi nel suo mestiere; e [p. 97 modifica]perciò volle visitare la Francia e la Germania: donde nel far ritorno in Italia, per i lunghi viaggi, venne a così mal termine di sanità, che giunto in Mantova finì sua vita.

Le pitture di questo artista son rarissime. Io non ne ho visto che due, esistenti nell’altare di s. Eusanio dentro la Chiesa parrocchiale di Castelli: le quali per voto vi pose per esser campato da un pericolo corso in mare, come racconta una sua nipote tuttavia vivente. In una è effigiata la venuta della Santa Casa in Loreto, sopra la quale circondata dalle nubi, è assisa la Vergine col Bambino, figure bellissime per disegno e per espressione: sulla cima del dipinto vi è scritto questo distico:

Mors erat in promptu, vitae spes nulla, vocato
Nomine, mors abiit, spesque redivit ovans.

Nell’altra è colorata mirabilmente una tempesta di mare. Dappresso il porto di una città ti si presenta allo sguardo il mare rabbuffato, che va sossopra; tra le onde sconvolte vedi un infelice legno, che crollati gli alberi e le antenne, corre a discrezion di fortuna: sopra coperta sono i marinai e i passeggieri con le braccia levate al cielo in atto di far voti e preghiere che cessi l'infuriare del mare. Sulla parte superiore appare tra le nubi S. Eusanio, vestito di abiti sacerdotali, con la destra alzata in attitudine di benedire. Gli stan sotto due angioli che tengono una cartella distesa, in cui si leggono questi versi:

Quo viso, fugere noti, fugere procellae,

Et mare pacatum, et summo lux reddita coelo est.

1765.