Novelle (Sercambi)/Novella LXXVIII

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Novella LXXVIII

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LXXVIII


Ditta la piacevole novella, il preposto e la brigata tennero il modo ordinato del cenare e del dormire. E così la mattina la cerca <fornita> et al desnare tornati, disse a l’altore e a li altri: «Oggi dobiamo star qui, e domane col nome di Dio di qui ci partiremo». E prese le danze, innel giardino se n’andarono, là u’ il preposto disse a l’altore che una novella dica; ma prima alquanti versetti morali. Lui presto disse:

«Beltà di donna stolta non è agradita,
né la dottrina d’uomo di mala vita».

Li quali ditti, cominciò a dire:


DE SIMPLICITATE VIRI ET UXORIS

Di Mucchietto e Stoltarella


Innella città di Parma al tempo che’ Rossi reggevano fu uno giovano de’ Palavigini nomato Mucchietto, il quale avea circa xx anni, che prese moglie una bella giovana nomata Stoltarella (dal lato di madre era de’ Rossi, e non avendo padre, che morto era, la madre la maritò con assai competente dota). E venuto il tempo che Mucchietto dovea menar la moglie, aparecchiato tutto ciò che bisogno fu a sì fatte cose, e con molto onore Mucchietto a casa sua la condusse faccendo bellissima festa di giostre e bigordare danz’e suoni, con finissime vivande et in grande [p. 342 modifica]abundanzia: lo giorno si steo con molta festa fine che l’ora fu d’andare a dormire.

E messa la sposa inne’ letto e le brigate di casa partiti, rimase Mucchietto solo in casa colla sposa però che altri non v’avea. E chiuso l’usci e le finestre et atinto del vino con molti confetti, innella camera intrò dicendo e chiamando la sposa: «O Stoltarella, levati un pogo che mangerai del confetto e berremo e poi ci daremo piacere». La Stoltarella disse: «Volentieri». E levatasi a sedere, del confetto e del vino prese. E confortati, innel letto Mucchietto entrò e cominciò a prender piacere con la sposa. La sposa, che di tal arte li è molto giovato, disse: «O Mucchietto, io voglio far teco un patto: chi di prima si leva o che parli, si lavi domattina le scudelle». Mucchietto disse: «Io sono contento che qualunca di noi prima si leva o parli, che tutta questa stimana lavi le scudelle; e quel fatto si faccia senza parlare». La Stoltarella fu contenta. E per questo modo si stenno, prendendo ciascuno di loro piacere.

Et adormentati che furono, dormiro fine a buona pezza del dì; e svegliati, senza parlare si denno piacere e del letto non si levarono. E stando per tal modo fine a terza, che finestre né usci non sono aperte, la madre della sposa con altre donne parenti del marito vennero alla casa per visitare la sposa; e non vedendo usci né finestre aperte, chiamando e picchiando, neuno risponde. La Stoltarella guardava il marito se si leva o se parla, per farli lavar le scudelle. Mucchietto, sentendo picchiare e chiamare, simile guardava la moglie se ella si levava o se parlava, aciò che a le’ toccasse a lavar le scudelle.

E stando ciascun di loro fermi passò nona: la vicinanza e le donne e’ parenti meravigliandosi che neuno non rispondea e non vedeano né usci né finestre aperte, stenno quasi fine a vespro. Et essendo raunata tanta cittadinanza, parenti e vicini dubitando che altro non fusse <o fusse> fatta qualche cattività d’esser stati morti, subito colle scale apoggiate alle finestre, rompendone una e dentro entrati et aperto l’uscio da piè di scala, entronno dentro più e più persone.

Lo sposo, che tutto ode, sta fermo per vedere se la moglie [p. 343 modifica]si levi o parli; e simile la sposa stava a vedere quello che lo marito facea. E’ non faccendo motto, le donne e li omini parenti e vicini diceano; «Per certo costoro seranno morti, poi che vegiamo le finestre e usci delle camere chiuse». E subito percosso l’uscio, entrati dentro, aperte le finestre della camera et andati a’ letto, viddeno Mucchietto da l’uno de’ lati e la sposa da l’altro: l’uno verso l’altro senza parlare. La madre dicea: «O Stoltarella, figliuola mia, or che hai?» E simile diceano i parenti di Mucchietto. Chiamandoli a niente rispondeano; e smovendoli più volte, senza parlare teneano li occhi aperti. Piangendo, li parenti della sposa e dello sposo, <vedendo> che costoro non parlavano, <pensavano> qualche malìa fusse loro stata fatta.

E per questo modo tutto quel dì presso a sera senza che neuno volesse parlare. E la madre della sposa, stando a lato della figliuola, dicea: «O figliuola mia, che v’è stato fatto? Trista la vita mia, qualche malìa altri v’ha fatto!» E per questo modo omini e donne, parenti et amici piangevano vedendo la sposa e lo sposo a tal partito. E vedendo Mucchietto un suo amico, sì fece cenno che a lui venisse. Et acostatosi all’orecchie di Mucchietto l’amico suo, Mucchietto piano disse: «Io voglio far testamento, e tu dì quello che ti piace, però che io non posso parlare ma con amicchi dirò sì o no». L’amico dice: «E’ serà fatto».

E levatosi dall’orecchie, disse: «O Mucchietto, vuoi far testamento?» Mucchietto menòe il capo quasi dicendo sì. Allora l’amico disse: «Vuoi esser sopellito innella nostra chiesa?» Lui chinò il capo quasi dicesse sì. Dapoi li disse: «Vuoi che la palandra del drappo c’hai fatto alla sposa sia di Nostra Donna?» Con amicco disse sì. «La palandra di giambellotto vuoi che l’abbia la mia donna?» Mucchietto fece cenno di no. La Stoltarella ode tutto e vede quello che ’l marito fa, che ha ditto di no della palandra; steo a vedere. E l’amico dice: «Or bene, la palandra divisata vuoi che alla tua donna si dia?» Mucchietto fa vista di no. «Or bene, vuoi che sia tuo erede tuo fratello?» Lui acennò sì. Ultimo dice: «O quella palandra dorata che la sposa avea ieri in dosso, vuoi che io la dia alla Beccarina mia fante?» Mucchietto fa cenno di sì. [p. 344 modifica]

La Stoltarella, come sentìo nomare quella palandra la quale ella l’avea aregata, subito disse: «Et io non voglio che…» E lo sposo disse: «Tu laverai le scudelle poi che hai parlato!» Coloro dissero: «Che vuol dir questo?» La sposa contò la novella: la madre e li altri parenti pensonno: «Voi avete fatto per lo primo dì una bella prova de’ lavar le scudelle!» Lo sposo: «Ella mi misse il partito innanti». La madre disse: «Or levate su in buon’ora, che a noi avete dato oggi il mal dì». E levati si denno in sul godere, lassando lavare le scudelle alla sposa.

Ex.º lxxviii.