Opere (Lorenzo de' Medici)/XV. Canzoni a ballo/Canzone III.

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III. Benché io rida, balli e canti

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III. Benché io rida, balli e canti
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iii


     Benché io rida, balli e canti,
e sí lieto paia in vista,
l’alma è pure afflitta e trista,
e sta sempre in doglia e in pianti.
     Tanto tempo io ho seguíto
un mio sol gentil signore;
tanto li son drieto gito,
sí come ha voluto Amore:
hogli dato l’alma e il core,
stato son fedel suggetto:
or, non giá per mio difetto,
son tra’ piú infelici amanti.
     Io non ne do colpa alcuna
a chi è tutto il mio bene;
sol la mia aspra fortuna
è cagion di tante pene;
da lei ogni mio mal viene;
ma facci quel che la vuole:
non andrò drieto a parole,
ma terrò nel cor diamanti.