Opere (Lorenzo de' Medici)/XVII. Rime varie o di dubbia autenticitá/VI. Canti carnascialeschi/Canto II.

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II. Canto delle filatrici d’oro.

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II. Canto delle filatrici d’oro.
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ii

Canto delle filatrici d’oro.


     Filatrici d’òr siam, come vedrete,
se del nostro filar prova farete.
     Consiste quasi il tutto nel tagliare
l’oro e saper le forbici menare;
e chi tagliando fa l’oro stiantare,
nel filar sempre dolersi udirete.
     Quando si taglia il fil, s’è lungo e bello,
si cuopre me’ la seta assai con quello:
chi ’n scatola lo tien, chi ’n alberello;
ché l’oro assai si stima, e voi ’l sapete.
     Sopra tutto al filar pulita e netta
esser si vuol, perché ad ognun diletta
un netto lavorío che ’l gusto alletta,
né mai piú bel che ’l nostro troverrete.
     Non è l’anel di piccola importanza
a filar ben, ché non si vuol far sanza;
e, benché un fesso in quel fosse a bastanza,
spesso con molti usar lo troverrete.
     Guardate queste giovani pulzelle,
che a filar sono leggiadrette e snelle;
e, se ’mpacciar vi piacerá con quelle,
pulito l’oro e netto troverrete.
     Non abbiam altro a queste mai insegnato;
e, benché ’l tempo nostro sia passato,
del filar òr facciam qualche mercato,
tal che serviti ben sempre sarete.