Orgoglio e pregiudizio (1945)/Capitolo dodicesimo

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Capitolo dodicesimo

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Jane Austen - Orgoglio e pregiudizio (1813)
Traduzione dall'inglese di Itala Castellini, Natalia Rosi (1945)
Capitolo dodicesimo
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Il giorno dopo Elizabeth, d’accordo con la sorella, scrisse alla madre pregandola di mandare la carrozza nel pomeriggio. Mrs. Bennet però, che aveva contato di vedere prolungarsi il soggiorno delle figlie a Netherfield fino al martedì seguente, il che avrebbe voluto dire un’intera settimana per Jane, non poteva rassegnarsi ad accoglierle prima. Così non mandò una risposta soddisfacente, o per lo meno, non quale la desiderava Elizabeth, impaziente di tornare a casa. Mrs. Bennet scrisse che non poteva avere la carrozza a sua disposizione prima di martedì, aggiungendo nel poscritto che, se Mr. Bingley e le sue sorelle avessero insistito per trattenerle, lei non avrebbe avuto nulla in contrario a che si fermassero ancora un poco. Ma Elizabeth era fermamente decisa a non restare più a lungo, né si aspettava di esserne pregata; al contrario, temendo di essere giudicate importune prolungando la visita senza ragione, propose allora a Jane di chiedere a Mr. Bingley per cortesia in prestito la carrozza, confermando la loro intenzione di lasciare Netherfield la mattina stessa.

Questo annuncio provocò molte espressioni di rimpianto, e le insistenze perché rimanessero almeno fino al giorno seguente furono abbastanza vive da convincere Jane: così la loro partenza fu rimandata all’indomani. Miss Bingley si pentì allora di aver proposto questo ritardo, perché ormai l’antipatia e la gelosia che provava per una delle sorelle sorpassava di molto il suo affetto per l’altra.

Il padrone di casa, invece, si mostrò sinceramente desolato sentendo che partivano così presto, e, a più riprese, cercò di persuadere Miss Bennet che era una imprudenza, che non si era ancora ristabilita abbastanza bene; ma Jane sapeva esser ferma quando sentiva di aver ragione.

La notizia fece piacere a Mr. Darcy. Elizabeth era stata anche troppo a Netherfield. Lo attraeva più di quanto avrebbe voluto. Miss Bingley cominciava a essere sgarbata con lei e più pungente del solito con lui. Così si propose, molto accortamente, di non lasciarsi più sfuggire nessun segno di ammirazione, nulla che potesse destare in lei la speranza di poter influire sulla sua felicità, convinto che se la ragazza si era già messa in mente una idea simile, il suo modo di comportarsi verso di lei in quell’ultima giornata avrebbe avuto abbastanza peso per confermare quell’illusione o per farla svanire. Fermo in questo proposito, non le rivolse quasi la parola per tutto quel sabato e, benché avessero avuto l’occasione di trovarsi soli per mezz’ora, rimase coscienziosamente chino sul suo libro, senza guardarla nemmeno.

La separazione, che era ormai gradita a tutti o quasi, avvenne la domenica, dopo il Servizio del mattino. La gentilezza di Miss Bingley verso Elizabeth subì un rapido crescendo, come il suo affetto per Jane; e quando si lasciarono, dopo avere assicurato quest’ultima del piacere che le avrebbe sempre fatto vederla sia a Longbourn che a Netherfield e averla abbracciata teneramente, arrivò perfino a stringere la mano alla prima. Elizabeth si congedò da tutta la compagnia con il più lieto animo.

La madre non le accolse troppo cordialmente: fu sorpresa di vederle arrivare; le biasimò di aver dato tanto disturbo; era sicura che Jane si sarebbe raffreddata di nuovo. In compenso il babbo, nonostante la forma laconica del suo compiacimento, fu veramente felice di rivederle; si era reso conto del posto che esse tenevano nella piccola cerchia familiare. Infatti, di sera, quando tutti erano riuniti, la conversazione, durante l’assenza di Jane e di Elizabeth, aveva perso molto della sua vivacità e quasi tutto il suo significato.

Trovarono Mary immersa, come al solito, nello studio dell’Armonia e della natura umana: dovettero ammirare nuovi brani copiati da lei e ascoltare una serie di considerazioni su trite sentenze morali. Catherine e Lydia avevano invece ben altre notizie da raccontare. Al reggimento si erano fatte e dette molte cose dallo scorso mercoledì: parecchi ufficiali avevano pranzato dallo zio; un soldato era stato gravemente punito, e si mormorava che il colonnello Forster stesse per sposarsi.