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Otello (Boito)/Atto secondo/Scena quarta

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Atto secondo

Scena quarta

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Atto secondo - Scena terza Atto secondo - Scena quinta


Finito il Coro, Desdemona bacia la testa d’alcuni tra i fanciulli, e alcune donne le baciano il lembo della veste, ed essa porge una borsa ai marinai. Il Coro s’allontana. Desdemona, seguita poi da Emilia, entra nella sala e s’avanza verso Otello

DESDEMONA
a Otello
D’un uom che geme sotto il tuo disdegno
la preghiera ti porto.
OTELLO
Chi è costui?
DESDEMONA
Cassio.
OTELLO
Era lui
che ti parlava sotto quelle fronde?
DESDEMONA
Lui stesso, e il suo dolor che in me s’infonde
tanto è verace che di grazia è degno.
Intercedo per lui, per lui ti prego.
Tu gli perdona.
OTELLO
con asprezza
Non ora.
DESDEMONA
Non oppormi il tuo diniego.
Gli perdona.
OTELLO
Non ora.
DESDEMONA
Perchè torbida suona la voce tua?
Qual pena t’addolora?
OTELLO
M’ardon le tempie.
DESDEMONA
spiegando il suo fazzoletto come per fasciare la fronte d’Otello
Quell’ardor molesto
svanirà, se con questo
morbido lino la mia man ti fascia.
OTELLO
getta il fazzoletto a terra
Non ho d’uopo di ciò.
DESDEMONA
Tu sei crucciato, signor.
OTELLO
aspramente
Mi lascia! mi lascia!

Emilia raccoglie il fazzoletto dal suolo

DESDEMONA
Se inconscia, contro te, sposo, ho peccato,
dammi la dolce e lieta parola del perdono.
OTELLO
a parte
(Forse perchè gl’inganni
d’arguto amor non tendo... )
DESDEMONA
La tua fanciulla io sono
umile e mansueta;
ma il labbro tuo sospira,
hai l’occhio fiso al suol.
Guardami in volto e mira
come favella amor.
Vien ch’io t’allieti il core,
ch’io ti lenisca il duol.
Guardami in volto e mira, etc…
OTELLO
(… forse perchè discendo
nella valle degli anni,
forse perchè ho sul viso
quest’atro tenebror. . .
forse perchè gl’inganni d’arguto
amor non tendo, etc…
Ella è perduta è irriso
io sono e il core m’infrango
e ruinar nel fango
vedo il mio sogno d’or.
Ella è perduta e irriso, etc…)
JAGO
a Emilia sottovoce
(Quel vel mi porgi
ch’or hai raccolto.
EMILIA
sottovoce a Jago
(Qual frode scorgi?
Ti leggo in volto.)
JAGO
T’opponi a vôto
quand’io commando.
EMILIA
Il tuo nefando
livor m’è noto.
JAGO
Sospetto insano!
EMILIA
Guardia fedel
è questa mano.
JAGO
Dammi quel vel!
afferra violentemente il braccio di Emilia
Su te l’irosa mia man s’aggrava!
EMILIA
Son la tua sposa,
non la tua schiava.
JAGO
La schiava impura
tu sei di Jago.
EMILIA
Ho il cor presago
d’una sventura.
JAGO
Né mi paventi?
EMILIA
Uomo crudel!
JAGO
A me.
EMILIA
Che tenti?
JAGO
A me quel vel!
con un colpo di mano Jago ha carpito il fazzoletto ad Emilia
EMILIA
Uomo crudel!
JAGO
a se stesso
(Già la mia brama
conquido, ed ora
su questa trama
Jago lavora!)
EMILIA
a se stessa
(Vinser gli artigli
truci e codardi.
Dio dai perigli
sempre ci guardi)
DESDEMONA
Dammi la dolce e lieta parola del perdon.
OTELLO
Escite! Solo vo’ restar.
JAGO
sottovoce ad Emilia che sta per escire
Ti giova tacer. Intendi?

Desdemona ed Emilia escono. Jago finge d’escire dalla porta del fondo, ma giuntovi s’arresta