Ovunque giri il popolo si lagna
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IV.
Ovunque giri, il popolo si lagna
Di fame estenuato e di dolore,
Tal che il Lazio le Marche e la Romagna
Sclaman con voci ch’escono dal core
5— Lascia lascia il vincastro e la degagna,
Non esser più pastor nè pescatore;
E a far fiorir la squallida campagna
Prendi l’ufficio ormai d’agricoltore.
Non vedi dilagar gl’impervii fiumi?
10Col farvi i ponti a meritar t’affretta
Il nome di pontefice che assumi.
Chè, se segui a regnar del mondo a danno,
O il titolo di papa non ti spetta,
O noi pur griderem — Pap’è Satanno! —