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Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/471

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Sonetti del 1831 159

LI MALINCONTRI.1

     Si tte piace er zalame:2 Padron Biascio
Fu assassinato attacc’3 a la Merluzza.4
Dimme de no! ppuzza de cascio,5 puzza!
4E intìggnete6 a nnegà! ppuzza de cascio!

     Quer vitturino, testa de cucuzza,7
Mannava li sturioni8 adasciadascio,9
E jje fasceva er verzo che ffa er bascio
8Quanno tra mmaschio e ffemmina se ruzza.

     Quanto,10 ... se sente un fischio!, e jje se serra
Addoss’a la carrozza un zett’o otto
11Pezzi d’irededdio11 cór facciatterra!12

     Ebbè un de questi edè13 quer galeotto
Ch’io l’ho ttienuto a ccresima, in galerra,
14Quanno ciaggnéde14 pe’ avé vvinto all’otto.

Otricoli, 10 ottobre 1831.

  1. [Con questo titolo, c’è anche un altro sonetto, 15 apr. 46.]
  2. Certo, così è.
  3. [Presso. E deriva, come ognun vede, da attaccare; ma non s’usa altro che così apostrofato.]
  4. [Luogo sulla Via Cassia, a quindici o sedici miglia da Roma, ancora famoso quando il Belli scriveva questo sonetto, per i masnadieri che lo avevano infestato, annidandosi in un bosco vicino, il quale poi fu distrutto.]
  5. [Puzza di cacio! Esclamazione, usata anche nell’Umbria, per affermare vivacemente cosa che da altri venga contradetta.]
  6. [Intìgnati: ostìnati. Da intiggnà, che prende il suo significato, non da tignola, come l’intignare de’ Fiorentini, ma da tigna, tignoso, nel senso metaforico di “ostinazione, ostinato.„]
  7. [Di zucca.]
  8. [Le rozze.]
  9. [Adagio-adagio.]
  10. [Quando, allorchè.]
  11. [D’ire-di-dio.]
  12. [Faccia-a-terra: formula sacramentale de’ grassatori, per intimare agli aggrediti di get- tarsi bocconi in terra.]
  13. [È. Ma, non preceduto dal che, mi pare che il Belli l’adoperi qui solamente.]
  14. [Ci andiedi: ci andai.]