Pagina:Çittara zeneize 1745.djvu/11

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ad ora impareggiabile nel buon gusto del poemtare, ha accomunato al Cavalli quel titolo di singolare Ritrovatore, che con tanta giustizia insieme e gelosia egli a se medesimo attribuiva. Rapporterassi per intiero l’Elogio, ch’egli a lui vivente spedì in una sua lettera, nella quale dà a conoscere non meno la sua amicizia, che la sua sincera stima per quello. Il P. Girolamo Lagomarsini della Compagnia di Gesù, che oggi con tanto decoro della Nazion Genovese riempie e le Rettoriche Cattedre di Firenze coll’eruditissime sue lezioni, e il Mondo Letterario colla celebrità del suo nome, e coll’espettazione delle sue dotte fatiche sull’opere di Cicerone, ha sempre tenuto in altisima stima un sì sovrano Scrittore (sono sue parole in una lettera ad un suo amico); e a commendazione della Lingua Genovese, in cui quegli scrisse, non ebbe difficoltà di dire in mezzo a Firenze in una sua orazione noll’apertura degli studj del 1736, stampata poi in Venezia, e susseguentemente in Augusta nel 1740, le seguenti parole: Quis sermo magis, quam Ligurium, Etruscis quidem auribus inconditus atque absonus habetur? Eum tamen Paulus Folieta vario scriptorum genere mirifice exortavit. Cavallus vero ex eadem gente, homo ingenii felicissimi, atque ad omnia, quod de Catone dictum adcepimus, versatilis, ad eam pulchritudinem ac venustatem patriam linguam suis scriptis evexit, ut illa (fidenter dicam) possit, tali Scriptore freta, cum quavis ex elegantissimis de dignitate certare.

Sarebbe forse usar violenza alla modestia di altri moltissimi valentuomini del nostro illuminatissimo secolo, e nazionali e stranieri, i quali hanno concetto del Cavalli, qual di uomo maraviglioso, se io pubblicassi appoggiato da' loro nomi il loro giudizio: non hanno