Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. II, Laterza, 1912.djvu/437

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atto quinto 425

          che, come siete uscito del travaglio
          della vostra figliuola (che quel giovane,
          che dianzi stimavate un baro, avete vi
          trovat’amico e certo di quelli ottimi),
          anco di questo del figliuolo facilemente
          uscirete, se vo’ disporrete vi.
          però di fare quel ch’è ragionevole.
          Girolamo.  Ben: che vi par ch’i’ faccia? Consigliatemi.
          Messer Rimedio.  Che, senza farne parola, piacendoli,
          gne ne diate per moglie: che, se è povero
          uomo in questa terra, è molto nobile;
          e la fanciulla è buona. Vo’ facciatelo
          a ogni mo
          Girolamo.  Ditemi un po’: farestilo
          voi, sendo nel grado mio?
          Messer Rimedio.  Senza dubio;
          lo farei.
          Girolamo.  I’ non posso discostarmene.
          Faccisi: i’ son contento.
          Messer Rimedio.  Or cosí piacemi.
          Andiam, adunque, a tro vallo. Ma vedilo
          che pensieroso si sta intorno a l’uscio.
          Cambio.  Ecco messer Rimedio in qua. Che domine
          vorran da me?
          Messer Rimedio.  Il ben trovato, Cambio.
          Cambio.  I ben venuti.
          Messer Rimedio.  No’ vegnam con animo
          di dirvi cosa, Cambio, che piacevole
          vi sará alla fin; bench’el principio
          dispiacer v’abbi dato.
          Cambio.  Io so’ solito
          de’ dispiaceri e de’ piacer ricevere.
          Dite pur quel che vi piace.
          Messer Rimedio.  Quel giovane
          che voi avete serrato è figliuolo
          di questo uomo da ben: il qual è nobile
          e ricco a casa sua, che è di Cicilia.