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426 i bernardi

          Cambio.  Come figliuol di costui? Che ditemi?
          Non ho serrato io Bernardo Spinola
          da Genova?
          Messer Rimedio.  Egli è il figliuol proprio
          di costui.
          Cambio.  Non è Bernardo, ch?
          Messer Rimedio.  No, dicovi.
          Giulio ha nome.
          Cambio.  Si, ch? Non maraviglia
          ch’i’ l’ho veduto fuor. Ah! Non ci è diavoli,
          adunque!
          Messer Rimedio.  Eh! Che dite voi di diavoli?
          State in cervello.
          Cambio.  V sto in cervel benissimo.
          Ma a che far m’è entrat’in casa?
          Messer Rimedio.  È giovane,
          Cambio; e fatto ha cose da giovani.
          Cambio.  Son belle cose, queste! Andar entrando
          ne l’altrui case! e dir cose da giovani
          essere! Cose da ladri mi paiono,
          piú presto, a dirle per suo nome proprio.
          Girolamo.  Non entrò per rubare, perdonatemi,
          messer mio.
          Cambio.  Perch’entrò? per far qualch’opera
          santa, ch? Non vo’ che verun m’usi vendere
          picchi per papagalli. Siamo in essere
          ch’el paternostro discerniam benissimo
          da quell’altra faccenda.
          Messer Rimedio.  Udite, Cambio.
          I’ vo’ che vo’ pognat’un po’ la collera
          da parte ed ascoltate. No’ siam d’animo
          di far cosa ch’alfin vi sará utile,
          innanzi che partiamo, ed onorevole.
          Cambio.  Da tristo lato si è fatto.
          Messer Rimedio.  Ascoltateci,
          di grazia. Non diss’io che, nel principio,