n’aresti dispiacer ma contentissimo
ne resteresti? che, talor, si semina
mal seme, che buon frutto poi ricogliesi. Cambio. Be’: che pensiero è il vostro? Messer Rimedio. Questo giovane,
per quanto puossi da noi comprendere
agli effetti, vuol ben alla Lucrezia
vostra figliuola; e sol per questa causa
dovette entrarvi in casa. Cambio. Si, ch? Fannosi
queste cose? Oh ribaldo! Messer Rimedio. Eccoci in collera. Cambio. Son cose, queste, da non si commuovere,
messer Rimedio, ch? Come parrebbevi
ch’un forestier v’entrassi in casa, d’animo
di toccarvi l’onor? Messer Rimedio. Certo, parrebbemene
male: ma l’uomo savio alfin s’accomoda
alle cose che accaggiono; e delibera,
de’ piú tristi partiti, a quel s’apprendere
che è miglior. Se costui è contentissimo
imparentarsi con voi, e non curasi
di dote alcuna, ed è uom ricco e nobile
a casa sua, perché far non dovetelo? Cambio. Messer Rimedio, se gli è di quest’animo,
vo’ perdonarli. Messer Rimedio. Che dite, Girolamo? Girolamo. Che son per far ciò che messer Rimedio
vuole. Messer Rimedio. E i’vo’, perché gli è ragionevole,
che Giulio vostro figliuol, poiché fatto
ha si fatto error, pigli per legittima
suo’ sposa la figliuola qui di Cambio
Ruffoli. Girolamo. Io son contento. Cambio. Ascoltatemi.