Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. I, Laterza, 1912.djvu/217

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atto primo 209

          Or mi risolvo che non è possibile
          che ceniamo istasera. E che ’l vecchione
          impari, un tratto, a fare a la civetta
          in terzo con duo mastri di rapina!
          Forza è che l’indugiamo un di vantaggio
          per farla netta; che a trovar Listagiro
          non basteria ’l piú valente pilotto
          che guardi carta. Io so che in Pizzimorti
          non è stato oggi; e ancora in Fiaccalcollo
          né in Gattamarcia non è capitato.
          Sempre che abbiam da far qualche bel tratto
          par che intra venga questo." Fia forse ito
          verso ’l tinel del cardinal de’ Medici
          a cortegiare il cuoco. Oh! Quel signore
          devria adorar ciascun, poi che senz’esso
          ogni virtú mendicherebbe un pane,
          come soleva, nunc et usque in seculi^
          ilo mi muoio di fame; ed ho pensato
          di stendermi in fin lá, dove, se ’l truovo,
          scroccherò prima anch’io, poi daremo ordine
          a questo offizio per diman da sera.
          Lasciami caminar, perché a la mensa
          beati primi.