Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. I, Laterza, 1912.djvu/247

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atto terzo 239

          a l’incontro di quel che porti a lui?
          Ve’ come v’ingannate a creder tanto
          a chi vi fa buon viso! che non fanno
          profession d’altro che di darne ciance
          e di tenerci in berta.
          Lucia  Non si puote
          con lor cognoscer tanto. Ma vedrai
          ch’io vo per l’avenir, mutar costume
          e fuggirgli da lunge: perché, poi,
          non si può far di non prestargli fede
          o in tutto o in parte; tanto piú che quello
          che noi vorremmo crediam facilmente.
          Ma dimmi brevemente un’altra volta
          come facesti.
          Fronesia  Ti par duro a crederlo?
          Dico che giá l’avea cercato alquanto
          quando intervenni esser fuor di Bologna
          duo miglia. Ed io v’andai; ma, quando giunsi
          appresso al luogo, ch’era una capanna, *
          mi venne incontra, forte bor botando.
          E, quando mi cognobbe, a presti passi
          tornava a dietro. Ed io forte ’l pregai
          che si fermasse, che da parte tua
          li voleva parlare: onde si volse
          e disse tutto quel che giá t’ho detto,
          con arroganza; e, in presenza d’alcuni,
          ci minacciava.
          Lucia  Ti prometto certo
          che m’è si uscito de la fantasia
          che non li son mai piú per voler bene,
          se vivessi mill’anni.
          Fronesia  Hai da sapere
          che è ben gran tempo che la sua natura
          ho cognosciuto e forse l’avrei detto
          inanzi che ora; ma ti li vedeva
          troppo inclinata.