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222 il ragazzo


Pedante. Attamen aveva preso un moscone. È da «indignantis ».

Flamminio. Non importa.

Valerio. Come si sternuta alla antica?

Pedante. Exalando l’anima.

Valerio. Vostra Eccellenza, in fine, è un’arca di lettere.

Pedante. Orsú! «Claudite iam rivos, pueri, sat prata biberunt », Virgilius metaphorice.

Flamminio. L’ora è fuggita. Addio.

Pedante. Aspetta il fine. Reliquum est che incombi allo studio. Haec nostrorum sermonum habetur conclusio.

Valerio. E che egli lasci le pratiche de’ cortigiani, cioè dello spagnuolo.

Pedante. Per contrarium, dello spagnuolo, id est de’ cortigiani: quia cosí lo Ispano come il Gallo sono pessimi egualmente.

Valerio. Non intendete la mia ciffera.

Pedante. In hac materia, Flamminio, ti voglio mostrare un mio epigramma argutissimo. — •* Flamminio. Non, di grazia, che ho tardato troppo. Me lo mostrare te un’altra volta.

Pedante. Non voglio esser d’impedimento ai tuoi negoci. Attende interim a quello che io t’ho detto, perché, fili mi carissime, io son tuo preceptore et docebo te, se non vorrai parvi pendere precepta mea. Cura ut valeas.

Flamminio. Valeat Excelleiitia Vestra.

Pedante. Tua. Fa’ buon latino.

Flamminio. Bene.

Pedante. Valete ambo. Attamen audi.

Flamminio. Io ho fretta.

Pedante. Uno verbo dicam tibi.

Flamminio. Ho fretta, dico.

Pedante. Patrem tuum virum profecto ab omni parte absolutissimum plurimis verbis salvere iubeo.

Flamminio. Sará fatto.

Pedante. Alio modo, patri tuo viro de pontificatu bene merito multis verbis salutem imparte. Saluta meo nomine patrem tuum.