Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. II, Laterza, 1912.djvu/324

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312 i bernardi

          Fazio. Ecco.
          Noferi. Io ti do l’Emilia,
          in caso che se ne contenti Albizo.
          Fazio. Ed io cosí l’accetto.
          Noferi. Or solo restaci
          che tu gliel dica e tu lo sappi svolgere
          a questo, ch’è’l ben suo.
          Fazio. Ne son certissimo;
          e son, dal canto mio, per farne ogni opera.
          Ma non vo’ giá, quando ben si contenti,
          ch’el parentado si scuopra, se l’animo
          di questi mie’ danar non ho piú scarico.
          Noferi. Quest’è un caso che ’n picciolo spazio
          si doverrá chiarire. Ti do un termine
          di duo giorni, e sará’del tutto libero
          o tu sará’in stato che potrassene
          far el pianto.
          Fazio. Face ’egli, pur ch’i’ sappia
          di che morte ho a morir! —
          Noferi. Mettiti in animo
          el peggio ch’avenir ti possa; e poscia,
          andando ben la cosa, ne ringrazia
          Dio, come si de’ far d’un benefizio
          ricevuto.
          Fazio. Cosí farò.
          Noferi. Or vattene
          in casa e conta questa cosa a Albizo;
          e di po’ fa’ che, passato le sedici,
          i’ ti truovi in mercato.
          Fazio. Cosí facciasi.
          Addio.
          Noferi. A te mi raccomando, Fazio.