Cambio. Perché non vo’; né ragionevole
è ancora ch’i’ lasci in casa, libera
e sola, la fanciulla. Fazio. Oh! Troppo cauto
sei in guardarla!... se giá non hai causa. . Cambio. Causa non ho io. Ma ben considero
quanto sia cosa grande e malagevole
aver cura di quel che tanti cercano
di tòrti: ch’oggidí, per essercizio,
s’han preso molti (e tengonsi e piú nobili
e piú galanti) contaminar femine
d’altrui; ch’è abusion certo non piccola
e da porci riparo. Fazio. Gli è verissimo
cotesto. Ma lasciam andar. Aresti tu
a caso, per la via, riscontro Albizo
mio figliuolo? Cambio. Non giá ch’io vedutolo
abbia; ma che bisogno n’hai? Fazio. Grandissimo;
ch ’a dirti il ver, mi truovo in gran travaglio. Cambio. Non giá maggior del mio. Fazio. Dio te ne liberi!
Perché, per quanto io veggio, è il tuo stimolo
di guardar la tua figliuola. E non niegoti
che sia grande. Pur, non hai ancor perdita
di le’ fatta: com’io, che sempr’ogni opera
ed ogni studio ho messo e diligenzia
in guardar un capital che trovavomi;
or l’ho perduto. Cambio. Perduto? Oimè! Duolmene
assai. Ma che somma? Fazio. Una favola!
Dumila scudi. Cambio. Cacasangue! Fazio. E truovomi