Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
338 | i bernardi |
nel grado ch’udirai: ch’altro rimedio
non ho che mandar Albizo a pericolo
della vita; e Dio ’l sa, se fia utile
questa sua gita!
Cambio. E dove?
Fazio. A casa ’l diavolo:
a Viterbo; lá dove quel mio giovane,
ch’i’ tengo in casa, mi è detto che trovasi
ferito e e’ mia danar, ch’avea, toltogli
sono stati.
Cambio. Da chi?
Fazio. Da ladri publici;
d’assassini.
Cambio. E trovar si potrebbero?
Fazio. Forse che si, se Dio volessi.
Cambio. Mandalo,
mandalo a ogni modo.
Fazio. Cosí penso
fare.
Cambio. Fallo. Ma colui che domine
va cercando? o dove va?
Fazio. Se qui stiamoci
un po’, el vedrem.
Cambio. Fermiamoci, di grazia.
SCENA VII
Zanaiuolo, Cambio, Fazio.
Zanaiuolo. Non saccio se ei disse lo quart’uscio essere,
o ’l terzo, quel dov’ho bussar. Co’ diavolo
si domanna costui che vi abita?
Me l’ho scordato e non saccio com’abbia
a saperlo. Ma gli è scritto in la lettera:
me lo diranno questi gentiluomini.