Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. II, Laterza, 1912.djvu/373

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atto terzo 361

          a l’Aldabella; e tornate. E, venendoci
          il vecchio, io gli dirò che ei vi aspetti
          qui. Ma uscite di dietro, che Cambio
          Ruffoli vedo; che, se ei vedessivi
          con essa, lo farie subito intendere
          a Fazio.
          Albizo.  Tu di’ ’l ver: questo è il suo solito.
          Entriam in casa.
          Bolognino.  Ecco ch’i’ apro l’uscio.

SCENA V

Cambio vecchio solo.

          Chi ben serra ben truova. I’ ho serrata
          Lucrezia in una camera e la Menica
          con lei; e ho le chiavi meco. Or l’animo
          terrò quieto e, senza alcun pericolo,
          potrò far quel ch’i’ ho stimato essere
          il meglio, in questo frangente ove trovomi.
          Resta or ch’i’veggia Fazio e conferiscali
          quel ch’i’ ho fatto, e, per ciò far, andrommene
          in mercato dove sempre suol essere.
          Ma ecco a punto qua messer Rimedio
          Bisdomini. Non so se io lo richieggio
          d’aiuto in questa faccenda. E’ fia meglio
          pensar ad altri, per ciò che io veggiolo
          accompagnato; e non è ben si sappino
          però i casi mia da tutto ’l popolo.

SCENA VI

Girolamo ciciliano, Messer Rimedio Bisdomini vecchio.

          Girolamo.  Come i’ ho, gentiluomo mio, narratovi,
          la patria mia è Palermo di Cicilia,
          dove vivea contento, trovandomi