Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. II, Laterza, 1912.djvu/58

Da Wikisource.
46 l’amor costante


Corsetto. Di’ pure.

Ferrante. Tu sai, Corsetto, che, questo natal passato, venimmo con parecchi altri compagni a star due giorni in Pisa a sollazzo.

Corsetto. Che importa questo?

Ferrante. Lo intenderai; non m’interrompere. Passando, in questi due giorni, una sera, qui da casa di Guglielmo, viddi alla sua finestra una bellissima giovene e parsemi subito la mia Ginevra. Onde io, pensando che agevolmente potrebbe essere, perché in questi mari qui vicini fummo fatti prigioni, seppi bellamente da l’oste come questa casa era d’un Guglielmo e che egli non avea figli alcuni ma bene una giovane in casa che gli era stata, giá piú anni, donata da non so chi che l’avea tolta di man di mori. Or io, conoscendo che costei non potea esser altra che Ginevra, subito si raccesero in me con maggior forza che fusser mai quelle fiamme che la longhezza del tempo avea alquanto amorzate e, tornato la mattina a rivederla per far prova se ella mi riconosceva, trovai che tanto mi raffigurava quanto se mai veduto non m’avesse. E non me ne maraviglio, perché mi vede con questa barba, dove che, quando ci dividemmo, pochi peluzzi n’avevo. E da questa occasione di non esser riconosciuto mi venne in animo di voler far prova in qualche modo, inanzi ch’io me gli palesassi, s’ella si ricordava piú del suo Ferrante o vero se, scordatasene in tutto, avesse posto il capo ad altri amori. E non trovai la miglior via per far questo che, cambiandomi il nome, pormi per servidore in casa sua. E cosi, ritornatomene a Firenze, ti fei tór licenzia dal capitano e menaiti qua acciò che, in ogni caso che succedesse, io t’avesse sempre in mia compagnia.

Corsetto. Sottile aviso è stato il tuo. Ma seguita il resto.

Ferrante. Com’io fui li in casa, cominciai a servir con tanta diligenzia che in pochi giorni fui benissimo veduto dal padrone e da la giovine. — Lorenzin qua, Lorenzin lá, — ogni cosa passava per le mie mani; ed io, mentre, cercavo destramente sempre di conoscer li andamenti di Ginevra e non ci potei conoscere altro mai se non una certa poca contentezza