Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/154

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Egli era veramente tanto destro,
il gaio giovinetto, ad ogni cosa,
che da ciascuno era tenuto maestro,
e la sua fama cresce valorosa.
Ed alle cose era maniero e presto
vie me’ che gli altri; e quella gentil cosa
della pulcella n’avea tal piacere,
ch’altro disio non ha che lui vedere.
13
Crescendo il giovinetto valoroso,
alla schermaglia comincia ad usare,
della qual vene tanto copioso,
che a quel paese non trovava pare.
Di costumi e di danze piú gioioso,
piú che null’altro me’ le sapea fare,
di salti e di lanciare e di destrezza,
e in belle cacce tuttora s’avvezza.
14
Usava molto Gibel il giostrare
e di ciò ne prendea molto diletto,
ancor cosi faceva il bigordare
l’ardito, franco, gaio giovinetto.
Fa a molti cavalier selle votare,
che della piazza lor facea far letto.
Cosi si mise un di ad una giostra
(per quel che ’1 libro qui chiaro mi mostra)^
15
ov’era molta gente di valore,
conti, baroni e molti cavalieri.
Ciascun procaccia di avere l’onore,
e similmente fanno gli scudieri:
quivi si mostra chi ha valenza o core,
vitando forte ognuno i buon destrieri;
qual va per terra e qual rompe la lancia,
chi fier nell’elmo, non fier nella pancia.