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Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/225

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16
Quando la donna si fue risentita,
volendo il sogno mettere in elletto,
di porpore reai si fue vestita,
e dice ch’era Salamon perfetto;
e la voce d’intorno ne fu ita
per Lombardia e per tutto il distretto,
si come Salamone era venuto:
e per piacer di Dio era creduto.
17
Apresso, tolse di tutte le chiese
di libri raunò some trecento,
e mille preti vecchi del paese
vesti a nero a suo comandamento,
e cento savi colle menti accese
pieni d’ogni iscienza e ’ntendimento,
e mille cavalier, sergenti e fanti,
che gramatica sapien tutti quanti.
18
A’ preti comandò che per camino
cantasson sempre l’uficio de’ morti
per rimembranza del regno divino;
al qual uficio istanno molti accorti,
mostrando avere il mondo a suo dimino.
E perché in creder ciascun si conforti,
una gran palla d’òr portava in mano
in sur un bianco palafren sovrano.
19
Le croci inanzi a sé mandava ritte
con istendardi di zendado nero,
con lettere e parole d’oro iscritte,
si com’egli era Salamon di vero,
figliuol del santo padre re Davitte,
da Dio mandato per cotal inestiero,
per rinovar la legge al mondo guasta.
E questo a credere alla gente basta.