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Ed una, ch’era la maggior reina
che in que’ paesi allor fussi trovata,
chiamata era la Donna della Spina,
s’era al bagnar del re innamorata,
e pensò di pigliarlo se ’l camina;
ond’ella molta gente ha ragunata
alla sua ròcca donde dovea gire.
Quando fu giunto ed ella gli fe’ dire:
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— Il signor d’esta ròcca m’ha mandato,
che parlar vi vorrebbe, se ’l vi lece. —
Ed e’ rispuose: — Sono apparecchiato. —
Usci di schiera e contro le si fece.
Ed ella, come cavalieri armato,
andò ver’ lui ben con piú di diece:
ché n’avea seco ben dieci migliaia;
il re se’ mila e cinque centinaia.
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Com’clla giunse ed ella a lui, il prese
per man, dicendo: — Venite a posare.
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— Perdonami, messer, ché in mio paese
rispose il re — ho fretta di tornare. —
Ed ella, ragionando alla cortese,
ad arte il fe’ alla ròcca appressare.
Quando si vidde da sua gente forte,
si ’l mise dentro e poi serrò le porte.
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Poi disarmata, disse: — Quando ignudo
bagnar vi vidi, fu’ presa d’amore;
onde vo’ che vi piaccia, caro drudo,
ch’io sia la donna e voi siate il signore. —
Ed e’ rispose con aspetto crudo:
— Ogni pensier te ne leva del core;
ch’i’ sofTerrei innanzi d’esser morto
che fare alla mia donna si gran torto. —