Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/296

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Messer Ruggieri si si fu voltato
avanti a tutta l’altra baronia:
— Da poi che ciascheduno si è vantato,
ed io mi vanto della donna mia;
e chi cercasse il mondo in ogni lato,
piú bella donna non si troveria:
e questo dico, ch’io il posso provare,
se ci ha nessun che il voglia contrastare.
13
Da poi che ciaschedun si fu vantato,
ed ognuno ebe detto il suo volere,
tostamente Carlo ebbe comandato
che ’nmantenente venisse da bere:
e ’l suo comandamento fu osservato.
Molti donzei si levan da sedere:
nappi d’argento e coppe d’oro fino:
se non mente il cantar, fu vernaccino.
14
Quivi avea gente di molti paesi,
di strane parte e da lunge cittade,
e degli avari e ancora de’cortesi;
con una coppa di gran degnitade,
ha mercatanti, ha signori e ha borghesi.
E Carlo bebbe a la sua volontade,
e poi la diede a messer Ruggieri ;
di mano in mano, a’ maggior cavalieri.
15
Messer Ruggier la prende volentieri,
e si ne beve a tutto il suo piacere;
e Carlo disse: — Gentil cavalieri,
che di tua donna se’ auto a vantare,
tu se’ si bello, che, se tua moglieri
è come te, tu ti può’contentare ! —
Messer Ruggier disse: — Santa Corona,
egli è vostro l’avere e la persona. —