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Un cavalier ch’avea nome Guernieri,
che d’oltralmare fu nato e creato,
come malvagio e falso cavalieri,
davanti a Carlo in piè si fu levato,
e si parlò, e disse e’ suoi pensieri
del tradimento ch’egli ha ordinato:
— Santa Corona, un prego ti vo’ fare:
che mi deggiate mie’ dire ascoltare. —
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Imantenente si disse Guernieri :
— Messer, questo mi par gran falimento;
la Tua Corona noi dovria sofrire
di quel c’ha fatto Ruggier parlamento:
ché la sua donna io aggio a’ mio voleri,
e si n’ho aúto tutto il mio talento:
omo, che da sua donna è scocozzato,
ha a ber con coppa di re incoronato?
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Ed a messer Ruggier non parve giuoco,
e disseli: — Guernier d’oltre lo mare,
dicilo tu per ira over per giuoco,
od è il vin che si ti fa parlare?
ché non è cavalieri in questo loco,
che tai parole facessi stornare.
De la battaglia te ne darò il guanto:
perde la testa chi non prova il vanto. —
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Messer Guarnier malvagio e sconoscente,
ched era usato sempre di mal dire,
disse a Ruggieri : — Io saccio certamente
piú bella donna non si può vedere:
però mi vanto e dico infra la gente,
ch’io vi aggio aúto tutto il mio volere,
e si la posso avere a mia richiesta:
se non è vero, io vo’ perder la testa. —