Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/324

Da Wikisource.

44
E dubitava assai che qualche iddea
non fussi questa, e venuta soave
appresso a sé ed a la sua galea,
e postasi alla poppa della nave:
onde che Amor si forte l’accendea,
che non curava le parole grave;
anzi non ode le grida e ’1 romore,
ma sempre piú che mai gli cresce el core.
45
E, quasi vólto alla nave con ira,
disse alla gente con aspre parole:
— 1’ vo secondo che la ruota gira,
la qual m’ha posto a punto innanzi al sole,
e qui ha messo Io sguardo e la mira,
e panni che partir mai non si vuole,
fin ch’io non ho colei, che sola bramo
e sopra ogni altra cosa al mondo l’amo.
46
E, perché el guanto testé mi mostrate,
io non ho al presente qui falconi :
dunque contento i’ son che vel pigliate,
ch’io farei per costei mille quistioni:
questo è amore, e lui di ciò incolpate.
E perch’io non vi faccia altri sermoni,
ognun di voi da me si scosti e guardi,
che si fará per voi Tesser gagliardi! —
47
E, senz’altro parlare, alla sua gente
si volse e disse: — El vostro grande ardire
mostrate, l’alma e la forza potente. —
Non altro bisognò che questo dire,
ch’essendo in punto ciascun uom valente,
incominciar l’avversario a ferire,
a gittar dardi, frecce e lance e sassi,
che par che ’l cielo e la terra fracassi.