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L’alma si parte e ’l miser corpo sgombra,
e tu rimani al mondo, o signor mio;
i’ mi starò lá giú nella scura ombra;
forse arò altro amore, altro disio,
ché d’altra cosa l’anima s’ingombra.
Or i’ mi parto, e tu riman’con Dio! —
A pena la parola ebbe finita,
ch’ella passò della presente vita.
61
Poiché fu morta, da un saracino
fu el gentil corpo suo gittato in mare;
e tutti, vólti poi verso Cerbino,
disson: — Farai quel corpo sotterrare.
Come crudo corsale ed assassino,
t’abbiam voluto al tutto contentare,
ché in altro modo non l’hai meritata:
piglia la preda che t’hai guadagnata. —
62
Ma torniamo a Cerbino, el quale, udendo
el dolce dir di quell’alma passata,
brama la morte, e piú si vien dolendo
che non l’ha almen solo un tratto baciata;
onde, per questo piú dolore avendo,
fece alla nave raccostar l’armata,
e per lo scoppio grande e per lo sdegno,
un salto prese e gittossi in sul legno.
63
Or qui comincia la battaglia cruda !
Cerbin dava gran colpi a’saracini;
teneva in man la forte spada ignuda,
tagliando braccia, e fa de’ moncherini :
istraccia, squarcia, fende, taglia e suda;
molti feriti in mar caggion, meschini.
E chi non vuole e’ sua colpi aspettare,
gettonsi in acqua a ’mparare a notare.