Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/136

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è grande la sapienzia de l’uomo, perché non n’è capace, cosi è impossibile persuadere a un uomo carnale quanto è grande la sapienzia del vero cristiano in credere e sentire d’essere salvo per Cristo. Onde Paulo disse: «L’uomo animale non intende le cose dello spirito». Bisognarebbe, acciò ne fusse capace, che renascesse e diventasse un uomo spirituale, e che con viva fede sentisse e gustasse el gran benefizio di Cristo; e allora saprebbe quanto è gran sapienzia el credere che Dio ci ha tanto amato, che per salvarci con somma felicitá ha dato l’unico diletto Figlio in croce. Questa è una sapienzia si alta, che non s’intende se non da chi la gusta, e non si gusta se non con viva fede da chi ha spirito. Disse Isaia: «Se non crederete, non intenderete». Non ti pare che sia un gran sapere a vedere, con lume di fede chiaro, soprannaturale e alto, che Dio ha tanto amata l’anima, che per salvarla ci ha donato el proprio Figliolo, e ha voluto che, per suoi pigliando li peccati nostri, in croce sofferisca e satisfacci per noi, e, donandoci sé con tutti li divini tesori, grazie, virtú e meriti, ci ha presi per fratelli, imo per membri, adottandoci per figli ed eredi di Dio? El sapere Cristo crocifisso è si gran cosa, che Paulo etiam , di poi che era stato al terzio cielo, disse che non giudicava di saper altro che Cristo crocifisso. Né sapere questo è poco, imo è sapere tutto; perché, si come lui proprio scrisse, in Cristo sono ascosti tutti gli tesori della sapienzia e scienzia di Dio. Hanno adunque gli gentili ingiustamente calunniata la giustificazione per Cristo come cosa stolta, essendo si alta sapienzia di Dio. L’ebrei anco l’hanno perseguitata, e molto piú che i gentili, dicendo che Cristo crocifisso non è una cosa divina, potente, ricca, felice e gloriosa, ma umana, povera, misera, vile, abietta e ignominiosa; però non ci ha possuto giustificare. Espettavano ch’el Messia venisse grande quanto al mondo, ricco, potente, magnifico e glorioso. Visto di poi Giesú cosí umile, povero e abietto, offesi dalla sua bassezza, non gli hanno creduto; ma gli è stato scandalo, si come giá aveva preditto Isaia. Di qui nacque che i Giudei domandavano segni dal cielo, desideravano che, se era el Messia, che scoprisse quella grandezza