Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/24

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morte della croce, per santificarla, purificandola col lavacro dell’acqua per la parola, per congiungerla a se stesso: gloriosa chiesa, che non avesse macchia, né crespa alcuna, né cosa alcuna simile, ma fosse santa e irrepreensibile, cioè simile a se stesso in santitá e innocenzia, e vera e legittima figliuola di Dio. Il quale cosí amò il mondo, come dice Cristo, che diede l’unigenito suo Figliolo, affine che ciascuno, che crede in lui, non perisca, ma abbia vita eterna. Perché Dio non mandò il suo figliuol nel mondo, perché lo giudichi, ma perché si salvi il mondo per lui: colui, che crede in lui, non è giudicato. Alcuno mi potrebbe dire: — In che maniera si fa l’unione di questo matrimonio divino? come si fa questa copula dell’anima sposa col suo sposo Cristo? che certezza potrò avere io che l’anima mia sia unita con Cristo e fatta sposa sua? come potrò securamente gloriarmi delle ricchezze sue, come di sopra ha fatto la sposa? Facil cosa è a me credere che gli altri ricevano questo onore e gloria; ma che io sia uno di quei, ai quali Dio doni tante grazie, non mel posso persuadere: io conosco la mia miseria e imperfezione. — Dilettissimo fratello, ti rispondo che la tua certezza consiste nella vera e viva fede, con la quale, come dice san Pietro, Dio purifica i cuori. Questa fede consiste in dar credito all’Evangelio, cioè alla felice nova che è stata pubblicata da parte de Dio per tutto il mondo, cioè che Dio ha usato il rigore della sua giustizia contro a Cristo, castigando in lui tutt’i peccati nostri. Chiunque accetta questa buona nova e la crede veramente, ha la vera fede, e gode la remissione de’ peccati, ed è riconciliato con Dio, e di figliuolo d’ira diventa figliuol di grazia, e ricupera la immagine di Dio, entra nel regno di Dio, e si fa tempio di Dio, il qual sposa l’anima col suo unigenito Figliuolo per mezzo di questa fede, la quale è opera di Dio e dono di Dio, come pili volte dice san Paolo. E Dio la dona a quelli, i quali esso chiama a sé per giustificarli e glorificarli e dar loro vita eterna, come Cristo testifica, dicendo: «Questa è la volontá di Colui che mi ha mandato, che ciascuno, che vede il Figliuolo e crede in lui, abbia vita eterna, e io il suscitarò ne l’ultimo giorno». Similmente dice: «Si come