Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/63

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piantano le vigne e fanno con tanta diligenzia le cose opportune alla sostentazione del corpo? Perché non dicono: — Tutte queste nostre fatiche e industrie sono soverchie, perciocché quello, che ha anteveduto e deliberato Dio della vita e morte nostra, non è possibile che non avvenga? — Adunque se la provvidenzia di Dio non li fa negligenti e ociosi nelle cose pertinenti al corpo, perché li doverá fare ignavi e ociosi nelle cose pertinenti alla perfezione cristiana? La quale senza comparazione è piú nobile che ’l corpo. Ma, perché veggiamo che né Iesú Cristo né san Paulo per lo scandalo de’ reprobi restorno di predicare la veritá opportuna alla edificazione degli eletti, essendo il Figliuolo di Dio per amor loro fatto uomo e morto in croce; né noi per lo scandalo de’ falsi cristiani dobbiamo restare di predicare la predestinazione a’ veri cristiani, poiché abbiamo veduto che ella è di tanta edificazione. Noi siamo giunti al fine di questi nostri ragionamenti, nelli quali il nostro principal intento è stato di celebrare e magnificare, secondo le nostre picciole forze, il beneficio stupendo che ha ricevuto il cristiano da Iesú Cristo crocifisso, e dimostrare che la fede per se stessa giustifica, cioè che Dio riceve per giusti tutti quegli, che veramente credono Iesú Cristo avere soddisfatto alli lor peccati; benché, si come la luce non è separabile dalla fiamma che per se sola abbruscia, cosí le buone opere non si possono separare dalla fede, che per se sola giustifica. Questa santissima dottrina, la quale esalta Iesú Cristo e abbassa la superbia umana, fu e sará sempre oppugnata dagli cristiani che hanno gli animi ebrei. Ma beato colui, il quale, imitando san Paulo, si spoglia di tutte le sue proprie giustificazioni, né vuole altra giustizia che quella di Cristo, della qual vestito, potrá comparere sicurissimamente nel conspetto di Dio, e riceverá da lui la benedizione e l’ereditá del cielo e della terra, insieme col suo unigenito Figliolo Iesú Cristo nostro Signore, al quale sia gloria in sempiterno. Amen.