Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/95

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chi ci fa oltraggio, pensiamo il modo del fare la vendetta, e siamo spesse volte contenti di morire, purché ’l nostro nimico mora con esso noi. Queste sono le nostre orazioni, la nostra fede in Dio, la nostra imitazione di Cristo, la nostra professione evangelica; e poi non ci vergogniamo di usurpare il nome cristiano, essendo simili e peggiori de’ turchi e de’ giudei : quasi che Cristo ci abbia chiamati al suo Evangelo, acciocché viviamo come gli uomini del mondo e perché vituperiamo il suo santissimo nome, vivendo vituperosamente come etnici e pubblicani, lo mi sono disteso nello scrivere piú che non avea deliberato; ma non me ne pento, ché forse Dio per le parole mie vi dará piú sentimento del dover cristiano, che non mostrate d’aver avuto insino a qui. Pregate Dio, considerate che séte dignissimo d’ogni ingiuria e d’ogni vituperio; e diventerete mansueto, paziente e umile, e Dio dará fine alla tentazione, acciocché possiate sostenere. Aspettate il Signore, portatevi valorosamente. Esso dará fortezza al vostro cuore. Aspettate il Signore. Di Roma, alli xv di febraro del mdxliv.