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Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu/139

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vii - cecco angiolieri 133

CXL

La ridicola figura d’una vecchia rancida.

De’ guata, Ciampo!, ben questa vecchiuzza
com’ell’è ben diversamente vizza,
e quel, che par, quand’un poco si rizza,
4e come coralmente viene ’n puzza,
e coni’a punto sembra una bertuzza
del viso e de le spalle e di rattezza,
e, quando la miriam, come s’adizza
8e travolge e digrigna la boccuzza.
Che non dovresti si forte sentire
d’ira, d’angoscia, d’afTanno o d’amore,
11che non dovessi molto rallegrarti,
veggendo lei, che fa maravigliarti
si, che per poco non ti fa perire
14gli spiriti amorosi ne lo core.

CXLI

Iti nome altiui, descrive la vita rozza ed incivile, che si conduce in Germania

Salute manda lo tu’ Buon Martini,
Berto Rinier, de la putente Magna.
Sacci ch’i’ho cambiati i grechi fini
4a la cervugia, fracida bevagna,
e le gran sale e’ nobili giardini
a mosch’e a neve e a loto di montagna;
la buona usanza de li panni lini,
8ch’usar solea con voi, è la campagna.
Ben può’ far beffe di mia vita fella,
ché spesse volte siam senza tovaglia:
11sette siam, che mangiam per iscodella.
E non avem manti’ per asciugagli;
asciughianci al gheron de la gonnella,
14quando no’ siam ben unti di se vaglia.