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xvi - folgore di san giminiano | 163 |
XII
Novembre.
E di novembre Petriuolo, il bagno,
con trenta muli carchi di moneta:
la ruga sia tutta coverta a seta;
4coppe d’argento, bottacci di stagno:
e dar a tutt’i stazzonier guadagno;
torchi doppier, che vegnan di Chiareta;
confetti con cedrata di Gaeta:
8e béa ciascun e conforti ’l compagno.
E lo freddo sia grande e ’l fuoco spesso;
fagiani, starne, colombi mortiti,
11lèvori, cavrioli rosto e lesso:
e sempre aver acconci gli appetiti;
la notte ’l vento e piover a ciel messo:
14e siate ne le letta ben forniti.
XIII
Dicembre.
E di dicembre una cittá in piano:
sale terrene, grandissimi fuochi,
tappeti tesi, tavolier e giuochi,
4torticci accesi, star co’ dadi in mano.
e l’oste inebriato e catellano,
e porci morti e finissimi cuochi,
ghiotti morselli, ciascun béa e mandóchi:
8le botti sian maggior, che San Galgano.
E siate ben vestiti e foderati
di guarnacch’e tabarri e di mantelli
11e di cappucci fini e smisurati;
e beffe far de’ tristi cattivelli
de’ miseri dolenti sciagurati
14avari: non vogliate usar con elli.