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Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu/170

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164 xvi - folgore di san giminiano

XIV

Si congeda dalla nobile brigata e dal suo principe.

     Sonetto mio, a Niccolò di Nisi,
colui, ch‘è pien di tutta gentilezza,
di’ da mia parte con molt’allegrezza
4ch’io son acconcio a tutt’i suoi servisi;
     e piú m’è caro, che non vai Parisi,
d’avere sua amistade e contezza:
e, s’ello avesse imperial ricchezza,
8stare’li me’, che San Francesco in Sisi.
     RaccomendamL a lui tutta fiata
ed a la sua compagna ed Ancaiano,
11ché senza lui non è lieta brigata.
     Folgore vostro da San Giminiano
vi manda dice e fa questa ambasciata:
14che voi n’andaste con suo cor in mano.

XV

Dedica ad un giovine gentiluomo i sonetti della settimana.

     I’ ho pensato di far un gioiello,
che si’ allegro, gioioso ed ornato,
e si ’l vorrei donare ’n parte e lato,
4ch’ogn’uomo dica: — E’ li sta ben, è bello! —
     Ed or di nuovo ho trovato un donzello
saggio, cortes’e ben ammaestrato,
che gli starebbe meglio l’emperiato,
8che non istá la gemma ne l’anello:
     Carlo di misser Guerra Cavicciuoli,
quel, ell’è valent’ed ardito e gagliardo
11e servente, comandi chi che vuoli;
     leggero piú, che lonza o liopardo:
e mai non fece de’ denar figliuoli,
14ma spende piú, che ’l marchese lombardo.