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170 | xvi - folgore di san giminiano |
XXVI
Discrezione.
Discrezione incontanente venne,
e si l’asciuga d’un bel drappo e netto,
e tostamente si ’l mette ’n sul letto
4di lin, di seta coverture e penne.
Or ti ripensa: e ’nfin al di vi ’l tenne
con canti, con sonare e con diletto!
Accompagnollo, per farlo perfetto,
8di novi cavalier, che ben s’avvenne.
Poi disse: — Lieva suso immantenente,
ché ti convien rinascere nel mondo,
11e l’ordine, che prendi, tieni a mente. —
Egli ha tanti pensier, che non ha fondo,
del gran legame, dov’entrar si sente;
14e non può dir: — A questo mi nascondo. —
XXVII
Allegrezza.
Giugne Allegrezza con letizia e festa,
tutta fiorita che pare un rosaio;
di lin, di seta, di drappo e di vaio
4allor li porta bellissima vesta,
vetta, cappuccio con ghirlanda ’n testa;
e si adorno l’ha, che pare un maio:
con tanta gente, che trema’l solaio;
8allor si face l’opra manifesta.
E ritto I ’ha in calze ed in pianelle,
borsa, cintura inorata d’argento,
11che stanno sotto la leggiadra pelle;
cantar sonando ciascuno stormento,
mostrando lui a donne ed a donzelle
14e quanti sono a questo assembramento.