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xvii - cenne della chitarra d'arezzo 181

XII

Novembre.

Di novembre vi metto in un gran stagno,
in qual parte piú può fredda pianeta,
con quella povertá, che non si acqueta
4di moneta acquistar, che fa gran danno.
Ogni buona vivanda vi sia in hanno;
per lume, facelline di verdeta;
castagne con mele aspre di Faeta:
8istando tutti insieme in briga e lagno.
E fuoco non vi sia, ma fango e gesso,
se non alquanti luochi di rimiti,
11che sia di venti miglia lo piú presso;
di vin e carne del tutto sforniti:
schernendo voi qual è piú laido biesso.
14veggendovi star tutti si sguarniti.

XIII

Dicembre.

Di dicembre vi pongo in un pantano
con fango, ghiaccia ed ancor panni pochi;
per vostro cibo fermo, fave e mochi;
4per oste abbiate un troio maremmano;
un cuoco brutto, secco, tristo e vano,
che vi dia colli guasconi, e quei pochi:
e qual, tra voi, allumi dadi o rocchi
8tenuto sia come tra savi un vano.
Panni rotti vi do ed imbrillati;
appresso questo, ogni uomo in capegli,
11bottazzi di vin montanar fallati.
E chi vi mira si si meravegli,
vedendovi si brutti e rabbuffati,
14tornando in Siena cosí bei fancegli.