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188 | xviii - ser pietro de' faitinelli |
X
Ed è ormai imminente il trionfo decisivo dei ghibellini.
Veder mi par giá quel da la Faggiuola
re di Toscana: io dico d’Uguccione,
il qual tenia le volpe tutte a scuola;
4e parmi udir gridar giá le persone:
— Muoiano i guelfi! fuor fuor, mariuola
muoia re Berta, quell’avar treccone! —
Veggio ’l vicar gittar giú la mazzuola,
8e misser Pier fuggir senza ’l pennone.
E veggio incendio, taglia, ruba e stento
d’uomini e donne e fanciulli di cuna,
11e ’n tutta Italia il guelfo nome spento.
Berta ci vende per empir la Bruna
ben meglio; ma per un ne sto contento:
14che Federico avrá ciò, ch’e’ rauna.
XI
Quel, che occorre, per poter sopraffare gli avversari.
Giá per minacce guerra non si vénze
né per la borsa stringer, ciò m’è avviso,
né per dormir né per andar assiso,
4mirando le donzelle per Firenze;
non per gridare: — Viva viva il prenze!
non per giucar né per istar doviso:
ma per unirsi e per mostrar lo viso,
8per senni, per larghezze e provvidenze.
Di sopra siete, se ’l mio dir s’adempie,
in quanto non vi attuti lo dispendio
11la lepre, che vi fa grattar le tempie.
I’ ho compreso assai ’n breve compendio
Dio vi purgò l’altrieri de l’opre empie
14per eternai di Pisa morte e incendio.