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xviii - ser pietro de’ faitinelli 189

XII

E spento l’antico valore dei fiorentini.

Voi gite molto arditi a far la mostra
con elmi e con cimiere inargentate,
e par che lo leon prender vogliate,
4per Firenze entro, quando fate giostra.
E, per magnificar la terra vostra,
che non n’è oggi de le piú onorate,
a guisa di conigli v’intanate:
8e ’l viso, ove si dèe, non si dimostra.
Lassate far la guerra a’ perugini,
e voi v’intramettete de la lana
11e di goder e raunar fiorini.
Voi solevate soggiogar Toscana;
or non valete in arme tre fiorini,
14se non a ben ferir per la quintana.

XIII

Rinfaccia a Castruccio Castracani il suo tradimento contro la propria cittá.

Si mi castrò, per ch’io non sia castrone,
Castruccio, quando Lucca fu tradita,
che de’ miei lombi è la lussuria uscita,
4e vivo in castitá per sua cagione.
Con tre lupin del mio faccio ragione,
e senza alcun multiplicar di dita;
messo di gabellier piú non mi cita,
8né per lo dazio temo di piccone.
Di ciò, c’ho detto, lui ringrazio e lodo;
ma sottomise a Pisa sua cittade,
11ed al crudel tiranno piú, ch’Erodo.
E non vi fu trovato umanitade,
potendosi passar per altro modo:
14di questo abbia quel grato, che vi cade!