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xx - messer niccolò del rosso | 201 |
VIII
Si raccomanda a Dio contro la disdegnosa.
In manus tuas. Domine, commendo
spiritum meum t ché nel core sento
gloriarsi la desdegnosa, c’ha vènto
4zascuna mia vertú, lor combattendo.
E, poi che sola se vede, ridendo
dice: — Oi Dio, quanto me contento
che non pò piú custui aver abento,
8a tanto è za condutto, mi servendo! —
L’alma, ch’entende le crudel minazze,
per gran téma de lei se ne vói zire;
11und’eo la recomando en le tue brazze:
ché troppo sostegno mazor martire
d’omo, che fusse decollato mai;
14ch’eo perdo il corpo, e ’l spirto traze guai.
IX
La crudele è cosí bella, che non può che amarla sempre.
Cotanto placente esser e zogliosa,
Amor, eo vidi, innamorato stando,
la tua crudele, et entrarmi amorosa,
4a’ spirti mei irata minazzando
de dar la morte, en loco di riposa,
a tutti, tutti insieme lei clamando;
ch’eo dico: — Questa m’è amica e pietosa, —
8ancor ne sia amaro zò pensando.
E non vi temo ormai nulla paura;
anzi mia vertú vale, se li plaze,
11per zascun modo, oltra che pò natura.
Aitime tu venir a sua paze:
ché la vita terrò onnora secura,
14amandola piú vertuoso e veraze.