Vai al contenuto

Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu/208

Da Wikisource.
202 xx - messer niccolò del rosso

X

La sua donna gli sta chiusa nel cuore.

Sconossuto a modo di pellegrino,
un di’ mei spiriti, la barba lunga,
a fretta, che gli par tardi ch’él zunga,
4attorno il cor mi venne a capo clino.
E, quando vette Pusso, da vicino,
eluso, sol solo se gli mise a lunga,
forte planzendo: — Quel fie, che mi punga,
8dov’è culei, che mi mandò a topino! —
L’anema, che ’l cognobbe, corse a lui,
e disse: — Qui dentro è la donna nostra
11rimasa, poi che scazzò tutti vui.
Et ancor sdegnosa ver’me si mostra;
però ti prego che non facci motto,
14ché, s’ella il sente, ni uccidrá d; botto. —

XI

Ma un’altra bella creatura tenta di farsi amare da lui.

Donzella bianca, formosa e zentile
a mi apparve entro una nubeletta,
cum tal splendor purificata e netta,
4che Toclo mio smagato e fatto vile
non ebbe la vista tanto sottile,
che comprendesse donna si perfetta:
per che le creature, che Passetta,
8la conzedono solo a core umile.
Ma, per sua grazia, mi envitò soave,
ch’essa volea venire tra gli absolti
11spiriti mei, se gli dessen la clave.
E quigli, ch’eran d’altro amor envolti,
lei non conobbe, si ch’ella spario:
14und’eo remasi tristo et empendo.