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xx - messer niccolò del rosso | 215 |
XXXVI
Dio non punisce solo nell’altro mondo, ma anche nel presente.
A lo tempo de Moises e piò enanti,
fin che Cristo ne la Verzene venne,
Dio padre poche inzurie retenne,
4che vesibel non ponisse gli erranti.
Et ora dicono molt’ignoranti,
poi ch’esso passion per noi sostenne,
solo ne l’altro secol dare penne:
8non posson esser gli defetti tanti.
Ma questo è falso: ch’eo vezo nel mondo
alcun, che la fortuna tèn’en cima,
11per opre scunze ruinare a fondo;
e qual mendic’andò la vita prima,
far mala morte per un gran peccato.
14Mirate ormai se Tomo è qui sparmiato!
XXXVII
In nessuno stato l’uomo si sente soddisfatto.
Sol per poder vivere pena senti,
se povertate ti ha depresso al fondo;
e, se fortuna ti exalt’a segondo,
4quello, che ti è dezente, non contenti.
Poi, se piú d’altro rezi, ti lamenti,
per che vorresti lo secolo a tondo;
ancor se segnorezi tutto ’l mondo,
8suspicando cader, tu non abenti.
A sposar moglie l’anemo te cita,
e desideri nepoti e figlioli:
11e, quando gli hai, temi de la lor vita.
Or dunque, en onni stato tu ti dòli,
e non trovi mai ben quieta pace,
14fòr che servendo Cristo Deo verace.